Progetti da portare assolutamente a termine.
Stò lavorando ad un progetto che è troppo grande per me, troppo ambizioso, e che forse non riuscirò mai a pubblicare.
Sto lavorando ad un romanzo. Ma mica ad un romanzo del tipo "domani mi metto al computer e scrivo a getto". No, è un romanzo serio. Forse, il mio primo romanzo serio.
Il progetto è incredibilmente complesso. Dalla scorsa estate ho scritto quattro racconti noir, che delineano nel modo più preciso possibile i quattro protagonisti del romanzo che stò progettando con tanti problemi.
I quattro racconti sono pronti; ho dubbi seri solo a proposito di uno di questi, forse non mi è venuto bene, ma non importa: ormai il personaggio è creato. Questi quattro personaggi, protagonisti di storie completamente slegate fra loro, ambientate nelle città americane che più mi hanno colpito (attraverso i libri, i film, le canzoni...) , dovrebbero incontrarsi nel romanzo. Il mio primo romanzo "serio" pensato dall'inizio alla fine. E' un romanzo che sto "costruendo", sto cercando di fare come Micheal Mann nei suoi film: prima di scrivere la sceneggiatura, delinea attentamente i personaggi, gli organismi che prendono parte al film (polizia, banditi...) e poi, quando tutto è pronto, comincia a scrivere.
Ora, io ho fatto già un pò di lavoro (circa il 60%): ho delineato i miei eroi, ho trovato i contenuti che voglio inserire nel romanzo, ho attinto dalle fonti di ispirazione che volevo, ho creato un background "solido" (che aggiusterò nel corso del tempo) ed ho cominciato a buttare giù una cosa che forse il bravo romanziere non deve avere: una traccia, una bozza. Come la sceneggiatura di un film, un elenco veloce e quasi schematico di ciò che accadrà nella mia storia. Spero di finirla prima di Giugno (quasi certamente sarà così). Allora, dovrò solo decidere da "dove" iniziare (chi ha detto che si debba cominciare a comporre dall'inizio, che siamo, nell'800 e mi chiamo Manzoni?!). Avrò tutta l'estate per scrivere. E questa è la parte di cui sono "certo".
Ciò di cui sono assolutamente insicuro è se questa cosa "s'ha da fare". Ho diciassette anni, non ho pubblicato un cavolo (tranne "Eagle Creek", a cui sono incredibilmente grato) e gente come Camilleri o Faletti ha cominciato ad avere successo solo tardi, dopo tanta gavetta. Forse la gavetta è quella che dovrei fare io, scrivere racconti, solo racconti... ma questo romanzo sta diventando una fissazione per me. Ho scelto dei personaggi ispirati a film che mi hanno colpito troppo, e troppo forte. Storie che mi hanno fatto sentire "triste" e che voglio riprendere, "sistemare a modo mio". Mia madre diceva che lo facevo anche da piccolo: se un cartoon non mi piaceva o mi faceva piangere, io lo modificavo. Ecco, voglio fare esattamente la stessa cosa. In questo romanzo voglio spremere tutta la mia sensibilità, voglio parlare di ciò che mi fà male. Il tema che voglio trattare è duro: la morte di un proprio caro. La morte, o l'assenza, di una persona a cui vuoi bene, tanto bene. Io, grazie a Dio, non ho mai perso nessuno. Ma sono anche estremamente sensibile, appena vedo un film ("Schindler's List", "Mystic River", "Heat", o anche un filmetto come "Troppi Equivoci", che mi ha colpito troppo) che racconta la morte di un innocente, sia essa per un crimine, per un genocidio o ché altro, io voglio farmi investire e "combattere", "creare" le mie battaglie sull'onda emotiva in me scatenata. Sarò pazzo, sarò esagerato, ma dico io: se uno fà lo scrittore senza sognare, senza tentare di creare le proprie avventure, per quanto possano sembrare bizzarre o senza senso agli altri, allora, perché scrive? Io, almeno, la penso così.
In questo libro voglio essere "viscerale", voglio convogliare i piccoli trip mentali che mi scatenano le visioni di "Seven", "Collateral" o qualsiasi altro film. E come scrittore, voglio maneggiare la mia sensibilità per creare un'opera d'arte. Devo rischiare. Finché posso, io continuo. Poi, si vedrà.
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