TERAPIA D'URTO
CRITICA PERSONALE. Non c’è molto da dire. Punti di forza: l’Elba, la regia e gli attori. Punti deboli: Faletti, sceneggiatura. Io non ho mai letto neppure un romanzo del Falettone nazionale, nuova icona del thriller nostrano, e sono certo che mi piaceranno molto, perché quelli sono thriller psicologici. Faletti sarà bravo nel raccontare e delineare affreschi umani e psicologici molto forti, carichi di paure, angosce e di turbe mentali, ma in quanto alla crime-story classica fa un pasticcio tremendo. E questo perché, con i suoi giochi psicologici e le sue tematiche da “Silenzio degli Innocenti” non riesce affatto a coinvolgere lo spettatore nella storia di mafia, che pure poteva essere interessante e divertente. Ho trovato “Terapia d’Urto” un film con poco mordente, sospeso fra il noir/gangster movie e il thriller psicologico, che non riesce a trovare la propria strada. Non basta il talento della regista nel raccontare in modo efficace e appassionante il senso di isolamento che si respira sull’Elba nei mesi invernali, né le location evocative, per raccontare una storiaccia che dovrebbe raccontare, in teoria, la zona in cui è ambientata (il senso di “Crimini” è, in fondo, questo). Ne esce un film “inutile”, e fatico a capire cosa ci faccia assieme alle ottime storie noir di Camilleri, De Silva e Lucarelli incontrate sinora. Confuso, e molto. Peccato. Voto: 5.
Etichette: Thriller/Noir/Crime story
0 Comments:
Posta un commento
<< Home