E VENNE IL GIORNO - M. Night Shyamalan
he Shyamalan lo abbia ripreso in modo così pedante. Come se non bastasse, le modalità con cui si propaga questa morte, una volontà di morire cieca e assoluta, ma che lascia evidentemente alle vittime il tempo di pensare ai modi più spettacolari per farla finita (ce n’è per tutti i gusti: dal frontale volontario alle file di boscaioli impiccati agli alberi dove stavano lavorando), fanno più di una volta sorgere il sorriso sulla bocca (la scena della vecchia che sbatte la testa contro le finestre ripetutamente è francamente imbarazzante). Non voglio condannare il film all’oblio, perché si deve ammettere che il plot narrativo ha il suo buon fascino e che i trailer non sono riusciti a svelarlo permettendoci un certo margine di sorpresa; solo, mi sembra che poi Shyamalan non riesca a colpire bene: dopo tanta violenza, l’ennesima riflessione sull’amore e sulla tranquillità familiare come mezzo per salvare il mondo dalla catastrofe. Sinceramente questo ce l’aveva già detto in “The Village”, ma anche già nel “Sesto Senso” e in “Sinqs”. Ciliegina sulla torta sono le ingenuità che accompagnano alcuni passaggi narrativi: si pensi alla scena in cui il treno si ferma in mezzo al nulla e magicamente tutti i passeggeri provenienti da New York trovano un veicolo per scappare… ma dai, stiamo scherzando? E vogliamo parlare dell’epilogo? Puf, e tutto finisce… per poi ricominciare proprio quando sembra che si possa essere un po’ speranzosi. Secondo me un certo regista/sceneggiatore dopo i fasti e i trionfi di “The Village” e “Il Sesto Senso” non sapeva più che pesci piglià… senza dubbio sono triste per lui, ma per favore, ci risparmi questa roba…Voto di Fabio: sufficiente.

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