"Pirati 3" o "Trattato sull'intreccio e la sceneggiatura"

Ed anche un'altra trilogia si conclude... confermando una gran brutta impressione: che Hollywood, a parte qualche bravo regista di genere, si sia trasformata in una vera meba... "Pirati dei Caraibi: Ai Confini del Mondo" è l'esempio di come buttare alle ortiche il racconto per esigente commerciali, ovvero di come poter ampliare una storia che di per sé stava in piedi (quella dell'episodio uno) solo per fare soldi. Devo dire che "La Maledizione del Forziere Fantasma" (che certo non è un capolavoro) avev un bell'intreccio, carico di suspance e di contorni epici. Ma aveva anche delle gravi esitazioni, una struttura esile, e lo spettatore doveva chiudere più di un occhio e fare più di uno sforzo d'immaginazione per apprezzare appieno la sceneggiatura del film. Almeno, aveva buone premesse perché il terzo episo

1)La sceneggiatura deve essere costruita. Quando ti metti a scrivere qualsiasi tipo di film/racconto, ed in particolare se si tratta di una saga, la trama, l'intreccio, devono avere un senso logico, devono stimolare alla visione e servire ciò di cui "la storia ha bisogno". Qui, invece, ci sono solo gag unite da una "storia" superflua e rivista (oltretutto il finale suona come "già visto").
2)Come ha detto qualcuno su "Rambo" (ma chi sarà mai?!), "se una saga non ha più nulla da dire, taccia". Oppure, aggiungerei io, se ha qualcosa da dire, dato che sui Pirati non s'è mai detto poi molto, lo faccia con un pò d'intelligenza...
P.S. a proposito di sceneggiatura e intreccio: "Pitch Black" e "Collateral" (e altri, che ora non mi vengono in mente...).
P.P.S. la scuola sta finendo!! Tanto tempo per scrivere, giocare, andare in kajak (oddio, con questo tempo...). Speriamo bé!