4.5.06

Flags of Our Fathers


Eastwood ritorna. Dopo due anni dal suo capolavoro melodrammatico, "Million Dollar Baby", uno dei film più belli degli ultimi dieci anni, Clint Eastwood torna a raccontarci storie e drammi personali. Stavolta, il paesaggio non è quello metropolitano di "Million Dollar Baby" e "Mystic River", né quello western e cupamente selvaggio de "Gli Spietati". Stavolta, Eastwood ritorna ai tempi di "Gunny" e racconta la guerra, narrando la vera storia della battaglia di Iwo Jima (1945) fra americani e giapponesi, per la conquista del Giappone.

Un film che si appresta ad essere strano, eastwoodiano, particolare: più che la mera operazione bellica, Eastwood racconterà il dramma di sei persona che, il giorno dell'ultimo scontro a Iwo Jima, issarono la bandiera a stelle e striscie su un'alta collina dell'isola. Non solo durante la massacrante battaglia, ma soprattutto dopo, quando i riflettori del patriottismo conservatore si spensero e i sei ragazzi furono lasciati a loro stessi, con un mortale dilemma: "Se io ce l'ho fatta e sono un eroe, allora gli altri, quelli che sono morti, che cosa sono?".

Il film si intitolerà "Flags of Our Fathers", "le bandiere dei padri". Il titolo è un trabocchetto: se, da un lato, il riferimento patriottico è palese, dall'altro si sappia che l'autore del romanzo da cui il film è tratto è il figlio di uno dei sei protagonisti del film. Che dire, grande Eastwood... già sà di crudo e antiretorico dramma bellico, e le prime immagini rimandano dritte a "Salvate il Soldato Ryan". Tra l'altro, Spielberg è il produttore esecutivo... non a caso... cast sconosciuto (il più noto è Adam Beach, già soldato impegnato nel Pacifico nell'orribile "Windtalkers" di John Woo), grande dispiego di forze ed un'ambiguità già palpabile a mesi dall'uscita rendono questo film estremamente interessante e affascinante... speriamo che non deluda (cosa impossibile...).

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