21.11.06

La questione "V per Vendetta": anarchia.

Questione "V per Vendetta", ovvero: perché questo film non mi ha convinto? 2° questione: perché questo film poteva piacermi e non mi è piaciuto? Partiamo dalle cose che più delicate: ho scritto nella recensione, questa dichiarazione sull'intento politico del film:

"Sul valore “politico” del mega-blockbuster, direi che questo inno alla suprema libertà dell’uomo (intesa come totale assenza di “simboli” ed “istituzioni”) sia, per la mia sensibilità politica, alquanto discutibile: se “V” riesce a trasmettere la rabbia per i campi di concentramento e per la dittatura, dall’altro lato direi che il tentativo di mettere a confronto quel genere di totalitarismo con l’America odierna è liberal (troppo liberal) e fin troppo scontato. Così come la pressante messa in evidenza del terrorismo come “arma” per annientare l’ingiustizia, quasi come si volesse fare un confronto con il terrorismo fondamentalista che divampa in Iraq: scelta azzardata per me, e di cattivo gusto, troppo asservita ad un’ideologia politica corrente e troppo vicina a noi. Non vorrei passare per berlusconiano o per un “benpensante”, ma secondo me una lettura di questo tipo è troppo estremista, e facendo leva su questo lato per strumentalizzarlo si rischia di entrare in contrasto con buona parte del film stesso.

Ora, ho compiuto un a riflessione molto profonda: io ho criticato il film dal punto di vista cinematografico (prima del frammento quì presentato) individuando i punti deboli del film nella regia, che non mi ha convinto. A parte questo, dato che sono istruito e che non voglio fare dichiarazioni avventate, voglio mettere una bella postilla: "V Per Vendetta" nasce da una corrente anarchica, una corrente che esiste dagli arbori dello Stato moderno. Io non apprezzo il tipo di dottrina, perché, ragionando, penso che lo Stato debba comunque sustistere. Secondo il mio minuto punto di vista, infatti, uno stato libertario senza una guida è come una dittatura. Nel film si dice che le istituzioni devono essere abbattute perché tanto la libertà (nella sua accezione più ampia: sessuale, politica e sociale) muove dalle idee, non dalle convenzioni comportamentali che gli stati cercano di inserire nella società. Per carità, la libertà la vogliamo tutti: non posso sopportare cose tipo "Abbasso i musulmani perché sono tutti terroristi" esattamente come non posso tollerare chi dice che "Chi vota per i comunisti è un coglione", perché, se siamo in democrazia, è logico e giusto che tutti possano pensare ciò che vogliano. Il problema è che lo Stato, secondo me, se si comporta come deve, non è una limitazione alla libertà, bensì quell'organismo che la garantisce: la polizia che si mette davanti ad una manifestazione di protesta in piazza, se non carica la folla senza alibi, è giusto che ci stia, per evitare magari che qualche deficiente cominci a rovesciare cassonetti e roba del genere. Se quei quattro si mettono a fare cagnara, mentre gli altri duecento protestano silenziosamente e pacificamente, i più colpiti saranno proprio quelle duecento persone, perché per colpa loro i poliziotti dovranno sospendere la manifestazione, per evitare che questa diventi, come purtroppo accade, un'occasione per far casino e per creare problemi agli altri. Con questo non voglio dire, però, che la gente non deve andare in piazza a protestare contro la guerra o contro una legge, anzi: dico, però, che ogni cosa deve essere fatta rispettando l'altro, perché la politica non può essere solo urlare i propri ideali, ma anche rispettare l'altro, anche permettere all'altro di starsene in casa durante la manifestazione senza che si ritrovi l'appartamento pieno di fumogeni. Dico solo questo. Riallacciandomi a "V", la cosa che mi ha un pò turbato è stato il fatto che la componente liberal sia un pò troppo estrema, troppo deviante (e quì, se non ho fatto un guaio, ci si dovrebbe riallacciare al discorso sulla "libertà di pensiero" nella democrazia); secondo me, almeno, ci sono dogmi della democrazia che vanno comunque rispettati, come la presenza dello Stato, la presenza di una "res-publica" che ci accomuni e che diriga la discussione politica. Ben venga la coesistenza democratica di "comunismo", "centrismo" e di correnti un pò più "destrose": ma questo confronto è possibile solo avendo in mente che, finché qualche terrorista nero o rosso (in particolare nero, penso) non fà saltare in aria qualcosa, ognuno ha il diritto di parlare. Naturalmente, rispetto anche la corrente anarchica, proprio perché tutti possono parlare.

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1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Non mi permetto di criticare la tua idea del film, anzi non ne parlerò per niente. Ma stai attento a quello che scrivi, quando parli della politica.

"Finché qualche terrorista Nero o Rosso non fa saltare in aria qualcosa ognuno ha il diritto di parlare". Ne sei sicuro?
Non vale nemmeno in Italia nel 2007. Figuriamoci nella Londra post-bellica immaginata da Alan Moore. Hai confuso il terrorismo con la rivoluzione.

Nel 1789, in Francia, i poveri non avevano voce. La nobiltà non ascoltava, non si interessava, fingeva che non esistessero. Presero i forconi e distrussero la Bastiglia, decapitarono i potenti. Si fecero ascoltare, la voce tornò al popolo.

Nell'Italia del 2007 i giornali appartegono ai ricconi, ai partiti, alle mega industrie. Le televisioni sono appaltate a uomini di potere o partiti. Dov'è che il "popolo", la "gente comune", ha la possibilità di esprimere la propria voce? Forse su internet. L'unico canale libero che ci è rimasto. E infatti i politici lo snobbano, fanno finta che non esista, non lo considerano, non lo usano. Come i potenti di Versailles nel 1789.
Ma il popolo non si sveglia.

Alan Moore se n'era accorto negli anni '80. Altro che richiamo al terrorismo in Iraq, hai equivocato completamente: il soggetto è stato scritto prima ancora della prima guerra in Iraq, quando il terrorismo non si sapeva nemmeno cosa fosse. Moore si accorse che le persone del nostro "democratico" e "civile" mondo sono addormentate, mentre i potenti fanno i loro porci comodi. E creò V, immaginando come sarebbe stato il futuro se le cose fossero peggiorate (e stanno peggiorando, credimi). V non è un terrorista. E' la coscienza di tutti noi, come dice Evy al termine del film. La coscienza che dormiva mentre i politici occupavano il parlamento e facevano leggi per loro, mentre le imprese compravano i governi, mentre conquistavano i media per dirci cosa pensare. E che si sveglia, con violenza, e dice agli altri: STATE DORMENDO! Come avete potuto dimenticare cos'è la libertà? La democrazia? Siete anestetizzati! Siete paralizzati! Siete svuotati da ogni coscienza civile, da ogni passione politica, da ogni senso della giustizia e dello stato!

E nel fumetto di Alan Moore il popolo si sveglia, e marcia verso il parlamento come fecero i francesi contro la Bastiglia.

Guardalo oggi il fumetto di Alan Moore, scritto negli anni '80. Ci fanno un film e le persone dicono che parla di terrorismo. Che è un film "estremo". Certo non tu Fabietto, ma tanti poi i votano mafiosi al governo, gli indagati in parlamento (pagati fiumi di euro per farsi le leggi per loro), che vivono stipulando accordi e andando alle feste degli amici industriali ricchi e alle trasmissioni dei giornalisti della loro corte.
Come a Versailles.
Ma noi dormiamo.
V non è ancora arrivato.

9:40 PM  

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