7.11.06

"Le notti di Salem"

Ieri sera ho finito di leggere "Le Notti di Salem", uno dei primi libri di Stephen King.

Era il primo libro del "re del brivido" che leggevo (a parte "Shining", che avevo cominciato), e devo dire che mi è proprio piaciuto, sia perché è un libro che riesce veramente a spaventare, ha confermato una mia opinione su King, che mi ero fatto leggendo alcuni suoi brani: oltre all'orrore descritto, il bello è il fatto che King sà ricreare un mondo che và al di là della semplice dimensione fantastica, bensì crea scenari quotidiani (moralmente) terribili, che ricordano i testi delle canzoni di Springsteen e Bob Dylan (che tanto ama citare all'inizio dei suoi libri...). E poi, molti dicono che King goda del male che i suoi personaggi provano nelle sue storie. Secondo me non è così, secondo me King in parte si distacca dalle sue creature in modo da divertirsi a creare scene di paura e morte veramente impressionanti, dall'altro c'è una partecipazione al racconto che non può lasciare indifferenti. Un bellissimo horror.

Uno dei miei compiti in quanto scrittore è quello di assalire le vostre emozioni e forse di aggredirvi - e per far questo uso tutti gli strumenti disponibili. Forse sarà per spaventarvi a morte, ma potrebbe anche essere per prendervi in modo più subdolo, per farvi sentire tristi. Riuscire a farvi sentire tristi è positivo. Riuscire a farvi ridere è positivo. Farvi urlare, ridere, piangere, non mi importa, ma coinvolgervi, farvi fare qualcosa di più che mettere il libro nello scaffale dicendo: "Ne ho finito un altro", senza nessuna reazione. Questa è una cosa che odio. Voglio che sappiate che io c'ero. (S. KING)

Ah, ora capisco cosa volesse fare (cit. da Stephenking.it)

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