"Visitatori Notturni"
Approfitto di una pausa dai (tanti) compiti per domani per postare una bella notizia: il nuovo racconto, che ho iniziato mercoledì spinto da grande gusto lovecraftiano è finito. Erano mesi e mesi che non concludevo qualcosa, ed anche il progetto di "Festa", purtroppo, pare essersi arenato miseramente.
Il racconto si intitola "Visitatori Notturni" ed è incentrato sulle atmosfere del più classico degli horror. Tratta di una storia veramente macabra, non tanto fisicamente (le sequenze veramente violente sono poche) quanto psicologicamente. Io non riesco a scrivere un racconto dell'orrore divertendomi, gioendo se faccio saltare la testa ad un personaggio. Voglio catturare il lato crudo e drammatico della faccenda. La storia narra di una felice famiglia nell'Inghilterra rurale degli anni '10 che comincia ad essere perseguitata da degli strani tizi e del clima di drammatica diffidenza vissuto dal protagonista, il capofamiglia. E' una storia molto cupa, non c'è lieto fine. E' stato come narrare un incubo uscito dalla mia mente, un incubo sinistro e crudo. Ma non è visionario, ho cercato le suggestioni nel quotidiano. Ho detto di essere appassionato di Lovecraft, mica di essere un suo emule. Per l'ambientazione ho preso spunto da quel tardo-vittorianesimo descritto nei racconti del Solitario, ma i temi e lo stile sono miei (vorrei vedé!). Il racconto è lungo ben 12 pagine, 26 in formato libro, è un buon risultato, mi piace.
I il mio problema è che mi affeziono troppo ai personaggi: quando devo scrivere una storia dell'orrore, cerco sempre di dargli un lieto fine (con scarso successo, in verità). Stavolta sono rimasto distaccato, e non mi è importato della sorte delle mie creature: anche questo è un buon risultato.
Scrivendo, ho tentato di usare un linguaggio altolocato, in modo da affascinare il lettore con giochetti letterali e formule retoriche. Il doppio-taglio di quest'arma è senza dubbio che gli errori d'ortografia si presentano in gran quantità, per distrazione. Che dire? La parola alla correttrice di bozze (mamma). Se va tutto bene, ho deciso di portare il racconto da un editore. Se è troppo breve per una pubblicazione, ho già in mente tre-quattro trame (fra thriller e horror) da cui potrei trarre buoni racconti. Se riuscissi ad arrivare ad una sessantina di pagine sarei a cavallo. Ora però tutto è in mano alla correzione di bozze. Terrò sicuramente informati.
Etichette: Scrittura
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