Oggi è il giorno della Liberazione
E' il 25 aprile del 1945 quando Milano si rivolta all'occupazione nazifascista mediante scioperi e lotte in piazza che costringono Mussolini con i capi del regime fascista a scappare verso la Svizzera.
Milano diventa un campo di battaglia urbana deserto, scenario tetro e pericoloso in cui i partigiani e i repubblichini con i nazisti combattono piazza-per-piazza, strada-per-strada, uccidendo e venendo uccisi a loro volta. A sera, la città è quasi del tutto sgombra dalle forze nazifasciste.
Il 25 aprile rappresenta il culmine di una resistenza all'occupazione e alle violenze nazifasciste iniziata subito dopo l'8 Settembre 1943. Una guerra combattuta da tutti gli antifascisti italiani: partigiani comunisti, partigiani cattolici, socialisti, repubblicani (e non repubblichini),ma anche da militari che non vollero piegarsi all'occupazione nazista per uno spirito patriottico che andava al di là della divisione politica o dell'asservilismo al regime fascista.
Anche gli ebrei che tentano di scampare ai rastrellamenti e alle deportazioni: Primo Levi è impegnato con la brigata "Giustizia e Libertà" sulle Alpi, quando viene catturato il 13 Dicembre 1943.
A sud, gli americani e gli inglesi sbarcano in Sicilia nel luglio 1943, facendo cadere il governo fascista di Roma. La loro traversata dello stivale da sud a nord fu dura, crudele, a tratti selvaggia e piena di difficoltà e di fallimenti, ma alla fine ce la fecero. Alcuni fuggivano dai campi di prigionia nazisti e si univano alle brigate partigiane per continuare a combattere contro i nazisti, contro la suprema tirannide.
Penso che sia palese il mio pensiero sulla resistenza: è un valore, oltre ché patriottico o storico, anche umano. Ci furono ragazzini che andarono "in montagna" a combattere e furono uccisi in modo barbaro, spesso torturati, spesso deportati nel lager nazisti e qui uccisi nelle camere a gas. E poi i preti che nascosero gli ebrei, che furono deportati nel lager assieme a loro venendo uccisi come loro, dandogli una benedizione che andava al di là dello stesso credo religioso. Anche quella fu resistenza, cosiccome fu resistenza l'astensionismo dal lavoro nelle fabbriche degli iscritti ai sindacati clandestini.
Carlo Azeglio Ciampi ha detto che la guerra partigiana fu un secondo risorgimento italiano, cioé un periodo in cui la popolazione italiana si ribellò. Non solo alla dominazione straniera (che era la dittatura per eccellenza, sanguinaria e selvaggia) ma soprattutto verso un regime composto da una banda di criminali di strada che andavano pestando e uccidendo gli oppositori politici e ideologici negli anni '20 e '30. Sono d'accordissimo con Ciampi: la resistenza fu la seconda parte, la prova del fuoco, della costituzione della libertà dello Stato italiano. E' bellissimo, veramente.
Ciò che mi lascia basito è che, spesso, la resistenza viene strumentalizzata, derisa, decontestualizzata dal suo ruolo storico e denigrata a strumento di propaganda politica. Cosiccome le forze di centro-destra ufficiosamente hanno "vietato" la celebrazione della lotta partigiana (ancora una volta per il luogo comune partigiano= comunista), le forze di centro-sinistra si lanciano in collegamenti storicamente inappropriati fra l'opera di liberazione anglo-americana del '43-'45 e la più che discutibile "guerra di liberazione" in Iraq.
Il 25 Aprile non deve rendere conto né alla lotta politica, né tantomeno a collegamenti storici errati e ricercati. Il 25 Aprile è la festa di ogni italiano. Il 25 Aprile è secondo me il giorno della libertà italiana, che va ricollegandosi al 4 Luglio americano o alla Presa della Bastiglia francese, monumenti della libertà nazionale. Il 25 Aprile 1945 è il 25 Aprile 1945, non quello del 2006. E' celebrazione storica, non di certo politica. Almeno questo è quello che ho sempre pensato. Che poi ci possano essere occasioni di riflessione politica interna ai partiti o di celebrazione, quello è condivisibile o meno, però accettabilissimo. D'altro canto, la guerra l'hanno fatta loro mica Berlusconi. Però, sinceramente, non apprezzo che il 25 Aprile venga rappresentato come una festa anti-americana con motivazioni del tipo: "gli americani e gli inglesi non hanno fatto nulla, abbiamo fatto tutto noi". Non sono d'accordo. La guerra di Liberazione l'abbiamo vinta assieme, fianco a fianco. Ognuno ha commesso i suoi errori (i gulag di Tito, la distruzione di Montecassino...) ma da qui a mettersi a fare lotta politica su una festa che è di tutti gli italiani (e di tutti gli uomini liberi) mi sembra sciocco e inquietante.
Questo è un lancio alleato durante la guerra partigiana
Un saluto a Bigio, che spero apprezzerà il post. :)
Etichette: Storia
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