8.7.07
Ho finito di leggere questo bel romanzo scritto dal Re negli anni '80, e l'ho trovato triste, terrificante e molto appassionante, come tutti i grandi libri di Stephen King.
Narra la storia di Cujo, tenero cagnolone San Bernardo che, affetto da rabbia, sconvolge la vita di una ridente cittadina del Maine. Nella sua follia saranno coinvolte due famiglie disastrate, che dovranno affrontare una terribile prova del fuoco per sopravvivere.
I punti di forza del racconto (sia chiaro che per me libri come questi sono "capolavori") sono senza dubbio l'intreccio, iperbolico, a tratti "troppo perfetto" ma proprio per questo eccezionale, e il talento profuso dall'autore nel narrare una storia che spaventi e, allo stesso tempo, che faccia riflettere. Di fatto dal racconto esce fuori uno spaccato della provincia americana veramente terribile, con i suoi prati assolati e le sue baracche abbandonate, dove un'umanità in pena e tutt'altro che perfetta tira a campare come meglio può. ANcor più di "Le Notti di Salem", che già di per sé è bellissimo, "Cujo" è come una ballata folk, come una di quelle canzoni dei movimenti di denuncia civili americani (quelli di Penn e Springsteen, per essere chiari), solo che usa il pretesto fantastico/orrorifico per costruire i toni della tragedia. E poi, Dio, quanto spaventa bene il signor King... e quanto rattrista, Dio! Penso che, dopo il finale di "Cujo", ci penserò due volte prima di leggere un altro libro del "divino" re. Consigliato!
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