16.1.07

"Hannibal Rising" VS "Zodiac"

Ho appena visto i trailer di due attesi thriller che saranno nelle nostre sale nel 2007. Non due thriller qualsiasi: il primo è il quarto episodio della saga di Hannibal Lecter, uno dei personaggi più affascinanti mai visti al cinema, da me adorato, pur nella sua funesta perversione.
L'altro è "Zodiac", che narrerà la triste vicenda dell'omonimo serial-killer che agì a San Francisco negli anni '70 e non fù mai beccato (ispirò "Ispettore Callaghan, il caso Scorpio è tuo!" con Eastwood). "Zodiac" sarà inoltre diretto da David Fintcher, uno dei registi che più ammiro.

"Hannibal Rising" è quello che mi ha convinto di meno: già il fatto che il romanzo di Thomas Harris e il film da esso tratto escano a soli tre mesi di distanza è sintomo di cavolata. La trama è particolare e affascinante: si racconta della gioventù di Hannibal, originario della Lituania che, durante la II Guerra Mondiale, perse la sua famiglia ad opera di soldati sovietici super-cattivi-mezzi cannibali, e che, proprio a causa di questo, impazzì già da bambino. Fattosi ragazzo, Hannibal intraprende la sua vendetta contro gli assassini della famiglia, diventando a sua volta cannibale e intraprendendo l'allegra carriera per cui tutti i bravi cinefili lo conoscono. Come ho già detto, la trama mi gusta un poco, ma mi viene il dubbio che tutto questo "giustificare" i crimini e la "natura" di Lecter, prima o poi, potrebbe distruggere uno dei grandi miti del cinema thriller/horror (speriamo non di più di quanto l'orrendo "Hannibal" di RIdley Scott non abbia già fatto!). E poi, "Il Silenzio degli Innocenti" e "Red Dragon" sono due dei miei film preferiti: il primo capolavoro assoluto, l'altro bel film di genere. Se mi rovinano Hannibal, faccio causa a Thomas Harris (dopo aver trovato abbastanza miliardi di dollari per pagare gli avvocati).


"Zodiac", invece, mi gusta, e neppure poco: a parte il fatto che quando si tratta di "miti" della cronaca nera americana io vado in brodo di giuggiole. Ma suscita il mio interesse anche sia per il suo autore, David Fintcher, sia per il plot, veramente niente male: quattro giornalisti si ritrovano a indagare sugli omicidi di Zodiac, che uccideva le sue vittime prendendole alle spalle, in macchina, mentre erano "appartate" in posti isolati". Ha ucciso tanto, e non ha mai pagato. I quattro giornalisti spendono tutta la loro vita professionale e personale sul caso, diventando folli, e non arrivando a nulla. La trama, in mano a colui che ha regalato al mondo lo splendido "Se7en" potrebbe rivelarsi un'ennesimo grande dramma psicologico come lo era stato il sopracitato capolavoro e il bellissimo "The Game". A FIntcher piace, sotto la patina da normale thriller "di genere", trattare i sentimenti, le paure e i conflitti interiori dei suoi personaggi, facendo così diventare i suoi film molto più "transgenere" di quel che non se ne dice. Con una trama che parla di "ossessione", "morte", "follia" e mistero, mi aspetto personalmente un gran bel film.

Morale della storia: Zodiac spara ad Hannibal prima che questi possa estrarre il bisturi ed accedere il fuoco per prepararsi la cena... ed occhio alla matafora...
Poi, può darsi che le mie previsioni siano totalmente sbagliate. Ma mica ho detto di chiamarmi Nostradamus!

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