Incubi veri e incubi finti.
Devo dire che le storie di serial-killer sono tanto sconvolgenti quanto affascinanti. Io ho scritto un racconto fantastico su un serial-killer che agiva in modo analogo a quello di veri assassini, si intitola "Eagle Creek" ed è stato pubblicato nel gennaio di quest'anno sul sito della mia scuola. Volevo cercare di esplorare il volto più oscuro e più drammatico di un'indagine come questa: la drammaticità della morte assurda di una persona comune, di una vittima scelta per caso, uccisa dalla furia omicida di gente che dovrebbe stare in prigione. E' un evento terribile quando la morte arriva nella quotidianità, nella "normalità", con così tanta violenza come è successo nei casi di Charles Manson e di altri serial-killer. Veramente terribile pensare che esista una dimensione, neppure molto distante dalla placida "superficie della socità", fatta di mostri dalla psiche malata che compiono certe efferatezze. Ma neppure posso puntare il dito contro di loro: per me è giusto punire, ad esempio, un assassino incallito, ma quando si comincia ad indagare nella storia di quest'individuo, si scopre che non esistono sempre "buoni" e "cattivi". Non in questo mondo, almeno.
Oggi, invece, ho ritrovato dopo una decina d'anni una serie di fumetti di "Dylan Dog" e due albi mensile a tematica horror del 1991. Ci sono alcune storie dell'orrore niente male. Che dire? Oggi sono malato di splatter...
0 Comments:
Posta un commento
<< Home