"HEAT", ovvero: l'essenza di Micheal Mann.
Ora, voglio spendere due parole sul regista di questo grande gangster-movie, Micheal Mann. E' un autore molto particolare: deriva da una notevole tradizione televisiva (sua l'ideazione di serial storici come "Miami Vice", "Starsky & Hutch" e "Hunter"), ma ha intrapreso il cammino nel cinema a metà degli anni '80, incentrando la sua filmografia sui temi del poliziesco/thriller/noir. La sua caratteristica peculiare è il "modernismo" che spira dai suoi film: tecniche di ripresa rivoluzionarie, colonna sonora elettronica, ambientazione moderna. Eppure, i suoi film sono "classici", che raccontano storie molto umane già ritrovabili nel noir del secondo dopoguerra americano. Ha diretto il primo film su Hannibal Lecter ("Manhunter", oggi purtroppo introvabile), una interessante biografia su Mohammed Alì, ma soprattutto ha diretto tre film che si possono definire "capolavori": oltre a "Collateral" (2004) e il sopracitato "Heat", ricordo anche "Insider: Dietro la verità", grande opera in bilico fra la denuncia sociale e il noir, in cui Al Pacino recita accanto a Russell Crowe in un epico racconto sulla più importante inchiesta contro le multinazionali del tabacco mai intrapresa negli Stati Uniti. Da vedere. Di Mann è anche l'ultima versione del classico "L'ultimo dei Mohicani", con Daniel Day-Lewis e Madleine Stowe, l'unica "anomalia" nella filmografia di Mann, più incentrata sul trhiller/noir e sulle atmosfere High-tech. Adoro Mann per la sua grande umanità, per la precisione nel narrare la storia, per l'assoluto accoramento presente nelle sue pellicole e per la sua capacità di emozionare lo spettatore, peccato che spesso venga dimenticato in virtù di altri... un consiglio: si vada in videoteca, si affitti "Collateral", "Heat" o "Insider" e poi ci si inoltri nella filmografia di questo grande regista.
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